In giorni particolari come quelli che stiamo vivendo, ci sentiamo stravolti, capovolti e sconvolti, una passeggiata in campagna – rigorosamente da soli e se la campagna è vicino casa- per dare una svolta: chinatevi a raccogliere erbette spontanee (finocchietto, cicorietta, foglie di cavolo, quello che trovate e riconoscete come commestibile), respirate, sospirate e tornate subito a casa.
Lavate accuratamente le pampine raccolte, fatele asciugare e poi tagliatele a pezzettini. Mettete a bollire dell’acqua – per la quantità, regolatevi in base alle foglie da cuocere – e buttateci le erbette a pezzettini, salate un pochino.
Tenete pronta della farina di ceci.
Appena foglie e trunzetti saranno cotti, versate la giusta quantità di farina setacciata – se non volete grumini – e mescolate energicamente con una frusta. Per una gradevole frascàtula, fermatevi ad una consistenza cremosa. Spegnete il fuoco. Lasciate riposare un paio di minuti. Riempite i piatti, piccate con una macinata di pepe nero e accarezzate con un generoso fiotto d’olio extravergine d’oliva, di quello buono. Aggiustate di sale, se vi pare dissapìta.
Se ve ne dovesse avanzare, niente paura, vi basterà ungere una placca forno, stendere la frascàtula in uno strato sottile ed infornate a 180° per almeno 45 minuti, comunque fino a quando non si sarà formata una dorata crosticina sui bordi. Prima di tirarla fuori dal forno, assicuratevi che si sia asciugata tutta l’acqua.
In entrambe le versioni, vi regalerà soddisfazioni.
In fondo la felicità è una cosa semplice…