Da un borgo di un migliaio di abitanti, un’esperienza che ci racconta di una Sicilia possibile.
Quella di Pierfilippo Spoto è la storia di un siciliano che con allegra ostinazione è riuscito a realizzare un sogno, forse meglio un bisogno: quello di far conoscere e riconoscere la Sicilia profonda.
“Dopo la laurea, in scienze bancarie, ho vissuto tre anni a Londra – ci racconta Pierfilippo-. Sono partito per imparare l’inglese ma poi il mio soggiorno si è allungato. Resto convinto che un’esperienza internazionale sia fondamentale per allargare la mente e aprire gli orizzonti”.
Rientrato al paese, S.Angelo Muxaro, nell’entroterra agrigentino, per le condizioni di salute del padre, Spoto lavora prima come assicuratore e quindi come responsabile della sede di Agrigento di un broker finanziario con sede a Milano. “Vivevo da stipendiato, con un’attività strettamente inerente i miei studi – ma chiosa – avevo la sensazione che quello non fosse il lavoro che faceva per me”.
Nel 2002, con gruppo di amici, Pierfilippo Spoto fonda Val di Kam, un’organizzazione nata per “esagerato amore e passione per il nostro territorio”.
“Non avevamo ben chiara la prospettiva – ci spiega seguendo il filo dei ricordi – ma raccontavamo della nostra terra e di come pensavamo potesse essere fatta conoscere al ‘forestiero’”. Oggi Val di Kam opera nel campo del “turismo esperienziale e relazionale” ma quindici anni fa erano soprattutto “sogni”. “Alla fiera di Berlino avevamo venti proposte di escursioni, delle quali solo due o tre realmente testate sul campo”. Arrivano i primi viaggiatori e pian piano il gruppo di Val di Kam comprende che oltre la professionalità e l’organizzazione, conta molto di più la capacità di accogliere con un sorriso e di coinvolgere nella vita quotidiana. “Abbiamo compreso che dovevamo proporre le cose a noi più familiari che magari non era facile trovare sui libri di tecnica turistica”. Una visita ad un ovile o impastare pasta e pane con le massaie del paese diventano esperienze uniche che lasciano tracce indelebili ai visitatori. “Un gruppo di motociclisti arrivò per stare una notte e poi si fermò una settimana intera sulla scorta delle cose che di volta in volta ci inventavamo”.
Dopo il primo gruppo di tedeschi (“ero emozionato come alla maturità”), si stabilizza la collaborazione con tour operator stranieri e S.Angelo Muxaro e dintorni sono diventati una proposta turistica a tutti gli effetti.
Quando gli chiediamo che senso ha fare tutto questo alle nostre latitudini, prima ci dà una risposta “pubblica” poi il discorso di fa più intimo.
“Non è stato facile: istituzioni e cittadini spesso sono più un ostacolo che non un supporto. Tutti dicono che la Sicilia dovrebbe vivere di turismo – argomenta Pierfilippo- ma nei fatti è tutto molto più complicato”.
“Il lavoro che faccio mi ha aiutato anche a dare un valore speciale al rapporto con mio figlio: la Sicilia che racconto ai turisti è la Sicilia che vorrei fare conoscere a Giuseppe”. Spoto è convinto che tutto il turismo in Sicilia dovrebbe essere “esperienziale e relazionale”. “La nostra unicità è la capacità innata di rendere speciale l’ordinarietà: i siciliani hanno una capacità di accoglienza e di ospitalità che noi – conclude – cerchiamo di mettere in relazione con i viaggiatori”.
Insieme a Pierfilippo Spoto, restiamo convinti che è difficile racchiudere in una definizione il senso del suo lavoro e di quello di Val di Kam. Con un sorriso, carico di promesse, ci invita ad una delle sue prossime “esperienze”. E noi … ci saremo!
Bravi, i siciliani sono imbattibili nel bene e nel male e per fortuna alla fine vince il bene profondo. Grazie.